Abacus Bienna
Gli uffici di Abacus Bienna sono situati all’interno di un affascinante edificio storico che originariamente ospitava le poste centrali. L’intervento di restyling di Silvio Stefani, terminato nel 2012, ha saputo valorizzare l’anima storica dell’edificio mantenendone intatte le caratteristiche architettoniche e creando al suo interno degli spazi lavorativi moderni e funzionali. Un felice incontro tra antico e contemporaneo che nell’interazione tra materiali, forme e colori, valorizza entrambi i volti di questi spazi.
L’imponente sede, nella sua configurazione storica, ospitava più di 2600 collaboratori suddivisi tra i vari piani dell’edificio che si sviluppava a corridoi intorno a una grande corte centrale, successivamente pavimentata per ampliare la superficie dei piani. L’intervento è tutt’ora visibile osservando le pareti interne, che terminano in modo asimmetrico nella parte superiore.
I diversi uffici sono stati separati da pareti leggere in vetro e acciaio che ricordano gli edifici industriali di fine Ottocento, rallegrate da mobili-contenitore e pareti colorate. La luce è protagonista, grazie alle cinque grandi finestre d’epoca che si aprono sull’area comune illuminando il maxi tavolo in legno naturale che introduce alla zona bar, posizionata su una pedana in legno scuro leggermente sopraelevata. Uno spazio che invita alla condivisione, diventando all’occorrenza un’area meeting non convenzionale e di grande fascino.
La scelta dei colori fa da trait-d’union con le altre sedi Abacus, utilizzando tonalità calde e naturali che movimentano gli spazi in modo efficace ma sobrio creando un’atmosfera accogliente e piacevole. All’ultimo piano dell’edificio, attualmente in fase di ristrutturazione, verrà creata l’area co-working. Questo nuovo spazio, costituito da un ampio rooftop coperto ricavato proprio dalla pavimentazione dell’antica corte centrale, sarà dedicato all’accoglienza dei team di collaboratori con working station, aree relax e delle room di appoggio.
- Crediti: Silvio Stefani, architetto. Clara Galanti, fotografie.